Smith Lisa Jane - I diari delle streghe 03 - 1992 - La fuga by Smith Lisa Jane

Smith Lisa Jane - I diari delle streghe 03 - 1992 - La fuga by Smith Lisa Jane

autore:Smith Lisa Jane [Smith Lisa Jane]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-08-12T22:00:00+00:00


CAPITOLO 5

57

«Cassie, no!».

In seguito Cassie avrebbe capito che era stata Diana a

gridare. Ma in quel momento quelle parole le giunsero

come attraverso una nebbia, lente e strascicate. Senza senso, come l’incessante e folle latrato che proseguiva chissà

dove. Le dita di Cassie sfiorarono la mano oscura.

Avvertì una scossa simile a quella provocata

dall’ematite. Alzò la testa, scioccata, e vide il volto fumoso e turbinante, e lo riconobbe…

Poi tutto andò in frantumi.

Cassie si ritrovò zuppa d’acqua dalla testa ai piedi. I

ceppi ardenti si spensero in un sibilo. La figura si assottigliò fino a dissolversi, come se fosse stata risucchiata dal

fuoco. Un fuoco che adesso non era altro che un cumulo di

ceppi carbonizzati e fradici.

Adam era in piedi dall’altra parte del circolo, con un estintore in mano. Raj era alle sue spalle, il pelo rizzato, le

labbra dischiuse sui denti ringhianti.

Cassie spostò lo sguardo dalla sua mano agli occhi

sgranati di Adam. Poi tutto divenne grigio, e svenne.

«Sei al sicuro. Resta sdraiata». La voce sembrava giungere da molto lontano, ed era gentile ma autoritaria. “Diana”, pensò distrattamente Cassie, avvertendo il forte desiderio di stringerle la mano. Ma era troppo faticoso muoversi o aprire gli occhi.

«Ecco l’acqua di lavanda», disse un’altra voce, più leggera e frettolosa. Laurel. «Tamponala così…».

Cassie sentì il liquido fresco sulla fronte e sui polsi. Un

odore dolce e pulito le schiarì un poco la testa.

Adesso riusciva a sentire altre voci. «… forse, ma ancora non capisco come abbia fatto Adam. Io non riuscivo a

muovermi – ero paralizzata». Deborah.

«Anch’io! Era come se fossi ancorato al terreno». Questo era Sean.

58

«Adam, ti fai dare un’occhiata da Laurel? Per favore?

Sei ferito». Era Melanie, e all’improvviso Cassie riuscì ad

aprire gli occhi. Si mise a sedere e un panno fresco dalla

fronte le cadde sul grembo.

«No, Cassie, non ti muovere», disse Diana, cercando di

spingerla di nuovo giù. Cassie stava guardando Adam.

I suoi meravigliosi capelli ribelli erano arruffati più del

solito. La pelle era arrossata, sembrava uno sciatore con

una brutta scottatura, e i vestiti erano sgualciti e umidi.

«Sto bene», disse a Melanie, che cercava di convincerlo a

sedersi su una sedia.

«Che è successo? Dove siamo?», disse Cassie. Era stesa

su un divano in un salotto modesto. Sapeva che conosceva

bene la stanza, ma era troppo confusa per capire dove si

trovasse.

«Sei a casa di Laurel», disse Diana. «Non volevamo

mettere in allarme tua madre e tua nonna. Sei svenuta;

Adam ti ha salvato la vita».

«Ha superato i quattro circoli di protezione», disse Suzan, con una evidente nota di soggezione nella voce.

«Stupido», commentò Deborah. «Ma impressionante».

E poi arrivarono le parole strascicate di Faye: «Ha dimostrato una devozione incredibile».

Ci fu una pausa di sorpresa. Poi Laurel disse: «Oh, lo

sai che Adam e il senso del dovere sono una cosa sola».

«L’avrei fatto anch’ io – e anche Doug – se fossimo riusciti ad alzarci», insistè Chris.

«E se ci aveste pensato – cosa in cui non eccellete»,

disse Nick, con voce secca e dura, e un’espressione tetra.

Cassie stava guardando Laurel mentre tamponava la

faccia e le mani di Adam con un panno bagnato. «È aloe e

scorza di salice», spiegò Laurel. «Impedisce che le bruciature peggiorino».

«Cassie», disse



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